
L’ibridazione è un tratto pervasivo delle società occidentali, ricettacoli di popolazioni eterogenee e compresenti. Benché in esse la localizzazione non corrisponda all’appartenenza d’origine, ciò che intendiamo per comunità è ancora interamente definito dalla lealtà a un territorio e alla sua eredità culturale. Le ipotesi che propongono il rafforzamento dei legami comunitari e la riconduzione delle differenze a pratiche di integrazione quali antidoti alla conflittualità e alla xenofobia fanno perno su valori condivisi presupposti e assunti come requisiti dell’ammissione nel perimetro della cittadinanza. La sfera pubblica a cui appartenere si costituisce attorno alla mutualità delle obbligazioni e alla forza dei legami sociali, assumendo che «il sociale si riduca al comune e la potenzialità ai poteri associativi e alla identificazione collettiva». A partire da questo sfondo e prendendo le mosse da una fenomenologia dell’esperienza quotidiana, Ash Amin formula invece un invito a collocarsi nella distanza fra compresenza di singolarità e pluralismo, indica nella costante negoziazione della differenza il tratto della vita collettiva, propone di guardare alla sfera pubblica come a un campo descritto da innumerevoli esercizi di co-abitazione fra co-specie.
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