Anno sociale 2021-2022
-> Colloqui
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Comitato scientifico

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-> 01. Filolog(sof)ia e musica
«Noi scriviamo in modo diverso da come eseguiamo» (F. Couperin, L’art de toucher le clavecin, 1717). Nella storia della performance musicale per secoli l’interprete ha eseguito composizioni a lui contemporanee; spesso anzi interprete e compositore erano la stessa persona. Nel corso del XIX sec. inizia a svilupparsi l’idea di museo musicale: l’interprete inizia a interessarsi e ad eseguire la musica del passato, spesso con pesanti interventi e rimaneggiamenti. Nel XX sec. ha luogo una svolta epocale nella storia della filologia musicale con la nascita della cosiddetta HIP (Historically Informed Performance): sul modello della filologia letteraria, essa si impegna nella ricostruzione dei testi musicali originari e nello studio delle prassi esecutive dei secoli passati. Si inizia a parlare di esecuzioni «autentiche». Oggi la HIP è diventata materia di insegnamento nelle più importanti accademie musicali del mondo. L’inaudito concetto di «autenticità» in musica non è scevro da implicazioni filosofiche e ha provocato la reazione di numerose voci contrarie alla HIP (ad es. il musicologo Richard Taruskin o il filosofo Roger Scruton). Ricorrendo a vari esempi musicali, i Colloqui affronteranno le domande filosofiche che scaturiscono dall’approccio filologico alla «musica antica» e le analogie con la storia della filologia letteraria e con la storia dell’ermeneutica.
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-> 02. «e tu chi sei?» … un anno dopo
«E tu, chi sei?». Così, l’anno scorso, avevamo intitolato il Linguaggio in transito dedicato alla Psicologia (la registrazione delle sessioni è disponibile nell’Archivio on line di Mechrì). L’identità – si disse – non è una «cosa», ma un inafferrabile processo di costruzione e ri-costruzione in cui l’esperienza di ciascuno prende parola nel linguaggio di tutti, mutando di volta in volta (proprio nel momento in cui viene ri-nominata) la propria «natura». A un anno di distanza da quel percorso, ha dunque senso riformulare quella stessa domanda in questi altri termini: «E tu, chi sei diventato?». Dobbiamo cioè chiederci che cosa abbia prodotto, in ciascuno di noi, quel percorso (se mai abbia prodotto qualcosa); come esso sia diventato, in misura anche impercettibile, parole nuove e una nuova carne, ossia emotività.