
Si può pensare la formazione, intesa come promozione di un uso aperto, esplorativo e critico delle conoscenze, come un processo continuo che rinuncia all’istituzionalizzazione pedagogica veicolata dal-la scuola e dall’università? In un libro scritto nella seconda metà degli anni Sessanta del secolo scorso, e pubblicato nel 1971, Ivan Illich argomenta a favore di un percorso di radicale «descolarizzazione» della società, che sostituisca un processo complesso e transdisciplinare ai riti e ai vincoli dell’educazione di massa, mettendo in discussione la trama di poteri e di saperi che presiede alle isti-tuzioni formative. Queste ultime, secondo Illich, non sarebbero in grado di promuovere né processi di sperimentazione efficaci, né un’effettiva riduzione delle diseguaglianze sociali. Le Letture si concen-treranno su alcuni passaggi del testo di Illich, collocandolo nella congiuntura del suo tempo e provan-do a verificarne oggi il senso e gli usi possibili, in una più generale riflessione sul senso e sul destino della formazione e dell’educazione.
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