Anno sociale 2022-2023

-> Seminario delle arti dinamiche

Architetture, Archivi, Arche

Il Seminario intende proporre una perlustrazione dei nessi plurali e molteplici che legano i modi dell’architettura con quelli della conservazione e della memoria. In un percorso che toccherà sia la storia delle prime edificazioni che l’arte contemporanea, sia la poesia che la storia delle forme politi-che, si cercherà di indagare il sogno di «cominciamento e comando» (Derrida) implicito in ogni gesto architettonico. In quanti modi i governi del costruire hanno regolato la conservazione di un principio che sia messo a disposizione di chi ne sappia poi attraversare gli spazi? In che modo il principio architettonico è legato alla maschera, al travestimento, all’eros? Come l’umano, di fronte al naufragio di ogni apparire, ha provato a salvare il mondo nell’arca dei propri saperi?

    Sessioni

  • -> 1. Il canale di Eupalino: l’origine dell’architettura in Occidente

    L’architettura è proposta come sapere trasformativo e compositivo, capace di creare spazi che plasmino la vita individuale e collettiva. Si indaga l’origine occidentale del termine “archittettura”, analizzando la testimonianza di Erodoto e si analizza in dettaglio il progetto del Canale di Eupalino sull’isola di Samo. Infine, si offre una lettura che lega il mito di Dedalo, di Icaro e di Orfeo.

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  • -> 2. Chi è l’architetto? La risposta di Vitruvio e di Leon Battista Alberti

    Si analizzano alcuni passaggi di Vitruvio e Alberti. Vitruvio concepisce l’architetto come figura poliedrica, esperta sia nella pratica manuale (fabrica) che nel pensiero teorico (ratiocinio), e incaricata di armonizzare tecnica, bellezza e utilità, ispirandosi al modello ciceroniano dell’oratore. Alberti invece, pur riprendendo questi concetti, pone l’architetto come mediatore della felicità umana, centrando la sua pratica sulla mano esperta che realizza il progetto come opera d’ingegno. Infine, si fa riferimento al pensiero del poeta Yves Bonnefoy e si traccia un parallelismo tra architettura e poesia.

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  • -> Sessione 3

    Il Seminario intende proporre una perlustrazione dei nessi plurali e molteplici che legano i modi dell’architettura con quelli della conservazione e della memoria. In un percorso che toccherà sia la storia delle prime edificazioni che l’arte contemporanea, sia la poesia che la storia delle forme politi-che, si cercherà di indagare il sogno di «cominciamento e comando» (Derrida) implicito in ogni gesto architettonico. In quanti modi i governi del costruire hanno regolato la conservazione di un principio che sia messo a disposizione di chi ne sappia poi attraversare gli spazi? In che modo il principio architettonico è legato alla maschera, al travestimento, all’eros? Come l’umano, di fronte al naufragio di ogni apparire, ha provato a salvare il mondo nell’arca dei propri saperi?

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    Questa sera c'è molto vento

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    Walter Benjamin Il compito del traduttore

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  • -> 4. L’architettura come macchina metafisica

    Nella sessione si discutono le posizioni di Ananda Coomaraswamy (Il grande brivido, Il simbolismo della cupola)e di Emanuele Severino (Raumgestaltung , in Tecnica e architettura) in relazione all’architettura come macchina metafisica.  Nella seconda parte si analizzano le figure e le riflessioni di Gio Ponti (Amate l’architettura. L’architettura è un cristallo), Le Corbusier (Verso un’architettura, Modulor, “spazio indicibile” ), e del collettivo Superstudio (Monumento continuo, Supersuperficie).

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    1_Passi da Emanuele Severino raumgestaltung

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    2_Passi da Gio Ponti_amate l_architettura

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    3_Passi da Le Corbusier

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    4_Passi da Superstudio

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    5_Adolfo Natalini racconta gli ISTOGRAMMI di Superstudio copia

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  • -> 5. Dalla fine dell’architettura all’architettura come danza

    Si analizza la figura dell’architetto e la trasformazione che ha subito negli ultimi cinquant’anni: si discutono le tesi di Mario Biraghi (L’architetto come intellettuale, 2019) e di Vittorio Gregotti (Contro la fine dell’architettura, 2008). Nella seconda parte, si approfondisce la relazione fra il modulo architettonico (il mattone) e la gestualità dei corpi e si stabilisce il rapporto fra architettura e archivio, alla luce della riflessione di Jacques Derrida (Mal d’archivio. Un’impressione freudiana, 1996). Si propone un approfondimento della tecnica architettonica dei coniugi Lawrence e Anna Halprin che proposero un originale approccio all’architettura del paesaggio e degli spazi pubblici che ha cercato di connettere danza, scrittura, progetto: RSVP Cycle (1970).

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    Lawrence Halprin_architetto

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  • -> Sessione 6

    Il Seminario intende proporre una perlustrazione dei nessi plurali e molteplici che legano i modi dell’architettura con quelli della conservazione e della memoria. In un percorso che toccherà sia la storia delle prime edificazioni che l’arte contemporanea, sia la poesia che la storia delle forme politi-che, si cercherà di indagare il sogno di «cominciamento e comando» (Derrida) implicito in ogni gesto architettonico. In quanti modi i governi del costruire hanno regolato la conservazione di un principio che sia messo a disposizione di chi ne sappia poi attraversare gli spazi? In che modo il principio architettonico è legato alla maschera, al travestimento, all’eros? Come l’umano, di fronte al naufragio di ogni apparire, ha provato a salvare il mondo nell’arca dei propri saperi?

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  • -> Sessione 7

    La sessione comincia con il commento di una poesia di Pier Paolo Pasolini “10 giugno” (in “Poesia in forma di rosa”, 1964) alla luce delle riflessioni sull’architettura che abbiamo condotto: “Un solo rudere, sogno di un arco”. Si discute poi di un brano di Friedrich Nietzsche di La gaia scienza (1882): “Noi tutti non siamo più materiale per una società”. Si conclude la sessione discutendo la nozione di nomos così come elaborata da Monica Ferrando (“Il regno errante”, 2018) e la nozione di spazio vocale come elaborata da Carlo Serra (La voce e lo spazio, 2011). Si ascolta e si commenta il “canto” di caccia dei Pigmei Aka, denominato “mongombi”.

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Tommaso Di Dio

Tommaso Di Dio

Docente nelle scuole superiori e scrittore

Florinda Cambria

Florinda Cambria

Direttivo di Mechrí: Presidente Docente di Filosofia del Presente e Filosofia della Storia all’Università degli Studi dell’Insubria