Attività in corso


Il punto

a cura di Florinda Cambria
Per una formazione transdisciplinare (fino a qui)
Giornata di studi a cura del Comitato scientifico
Seminario di filosofia
a cura di Carlo Sini
Seminario delle arti dinamiche
a cura di Florinda Cambria
Linguaggi in transito: Musica
a cura di Franco Pavan
Linguaggi in transito: Psicologia
a cura di Enrico Bassani
Incontri
a cura del Comitato scientifico
Colloqui
a cura del Comitato scientifico
Lemmario bio-filosofico
a cura del Comitato scientifico
Attrezzeria

 

 

Programma completo 2019/2020
Ascolta l’audio della presentazione dei corsi (28/09/2019)

Il punto

Inaugurando il suo quinto anno di attività, Mechrí rinnova la sua proposta culturale all’insegna di quella che, in esordio, appariva ai suoi stessi promotori una sfida impervia e dagli esiti incerti: l’idea cioè di organizzare percorsi di studio, approfondimento, divulgazione e ricerca che intrecciassero le arti e le scienze naturali, le tecniche analitico-quantitative con le più antiche tradizioni sapienziali, le scienze sociali e la poesia, entro un orizzonte formativo articolato e tuttavia coerente. Non occorre sottolineare quanto tale proposta contrasti con la tendenza alla frammentarietà che caratterizza non solo le attuali formazioni professionali, ma anche gli ambiti della loro applicazione, le espressioni del lavoro culturale, i modi di produzione, le pratiche conoscitive che ognuno di noi frequenta quotidianamente. La partecipazione assidua alle attività dell’Associazione, che abbiamo fino a qui riscontrato tra Soci e sostenitori, ci ha tuttavia confermati nell’ipotesi che una possibile ricomposizione del corpo dei saperi non sia un’aleatoria suggestione da visionari marginali e solitari, ma una esigenza condivisa da molti, operatori del lavoro culturale e non. L’esercizio di una formazione transdisciplinare permanente può infatti contribuire alla costruzione di prospettive comprendenti di ampio respiro, aprendo strade d’azione e di pensiero alternative all’inedia dei particolarismi e all’inefficacia della omologazione culturale che oggi sembra tentare istituzioni e agenzie educative di ogni genere e grado. Che poi una partecipata politeia delle idee sia la condizione per un’armoniosa convivenza sociale e politica, dove le differenze contribuiscano a quel sapere comune che è anzitutto un saper vivere insieme: questa, si sa, è la più ardita scommessa e la più profonda radice di quel sapere eminentemente extradisciplinare che, nella tradizione occidentale, si chiama «filosofia».

Anche in questo senso Mechrí è un «Laboratorio di filosofia e cultura»: un laboratorio che è chiamato anzitutto a sperimentare se stesso, a monitorare la capacità cooperativa dei suoi collaboratori e temprare l’efficacia dei suoi strumenti di indagine. Il nuovo anno sociale si apre perciò con una giornata di studio che vuole anzitutto fare il punto sullo stato delle ricerche e sulla strumentazione concettuale di cui Mechrí si è dotata fino a qui, confrontandosi con i Soci e con il Comitato scientifico sulle prospettive aperte e sui percorsi non ancora battuti dal nostro Laboratorio: Per una formazione transdisciplinare (fino a qui) – come dichiara il titolo della giornata che inaugura le attività del 2019-2020.

L’addestramento all’interazione transdisciplinare somiglia molto a quello cui sono chiamati i musicisti, che pazientemente si esercitano per far vibrare insieme i loro strumenti, per armonizzarne i timbri e le tonalità, per orchestrarne le differenze in un intero risuonante e vivo. Proprio la musica, nella varietà di significati che tale parola può assumere e ha assunto nelle culture di ogni tempo, sarà al centro dei cicli di incontri che scandiranno l’anno sociale. Ma la musica non è un fenomeno eminentemente sonoro (c’è infatti una musica che promana nel più totale silenzio). Essa ha a che fare con quel movimento quasi impercettibile che – come un soffio di vento – fa vibrare la materia animando ciò che è inerte. «L’anima e la musica» (o, forse, «L’anima è la musica»?): questo è il tema su cui si concentreranno le attività di Mechrí di cui presentiamo qui il programma.

Ai due Seminari permanenti (quello di Filosofia e quello delle Arti dinamiche), si affiancheranno due cicli di «Linguaggi in transito», uno dedicato alla Musica nella sua tradizione mediterranea ed Europea; l’altro alla Psicologia, «scienza dell’anima» che si racconta. I coordinatori di tutti i cicli formativi lavoreranno in équipe, costruendo reticolati tematici per consentire ai Soci di partecipare alle sessioni nel modo più attivo possibile. A favorire tale partecipazione condivisa contribuisce anche il sito on line di Mechrí (www.mechri.it) che, in una veste interamente rinnovata, accoglie sia materiali d’archivio (nell’omonima sezione ad accesso libero) sia materiali afferenti alle attività in corso (nell’omonima sezione con accesso tramite password riservata ai Soci).

Fra le attività ordinarie di Mechrí quest’anno compaiono, oltre agli «Incontri» con figure eminenti della cultura, delle scienze e delle arti, anche i cicli di «Colloqui»: sessioni dialogiche nelle quali verranno condivisi i percorsi di ricerca e approfondimento che da mesi impegnano alcuni Soci assidui e alcuni membri del Comitato scientifico in una rielaborazione collettiva e in una interrogazione reciproca.

A consolidare la dimensione di scambio e condivisione che Mechrí intende perseguire, anche con chi non possa frequentare regolarmente le sessioni di lavoro in sede, segnaliamo alcune iniziative per noi particolarmente preziose. Anzitutto la collaborazione pluriennale con Jaca Book, che ospita il progetto editoriale «Percorsi Mechrí», giunto alla sua terza pubblicazione con il volume collettaneo Dal ritmo alla legge. Esso sarà presentato il prossimo 17 novembre, quando Mechrí aprirà la sua sede al pubblico con una tavola rotonda promossa da BookCity Milano. Grazie all’alleanza culturale con Jaca Book e con la sua libreria Città Possibile, i Soci di Mechrí divengono inoltre membri del «Circolo Autori Lettori», che offre vantaggi sull’acquisto di volumi dall’intero catalogo della casa editrice.

Ulteriori momenti di condivisione e apertura alla cittadinanza scandiranno l’anno mechritico; in particolare un concerto dell’Ensemble Laboratorio ’600 (con il M° Franco Pavan alla tiorba e la voce di Pino De Vittorio) e la presentazione di un nuovo spettacolo teatrale prodotto dall’Open Program del Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards (con Agnieska Kazimierska). Entrambi gli appuntamenti sono organizzati da Mechrí in collaborazione con Fabbrica dell’Esperienza, un altro dei luoghi con cui la nostra Associazione ha stretto da anni un’amicizia che è anche una cordata di pensieri in azione.

Il cammino di Mechrí / Laboratorio di filosofia e cultura procede così con passo paziente e tenace lungo la strada battuta dai suoi stessi passi: la pazienza è quella di chi si allena alle scalate, la tenacia è quella di chi scommette sempre sullo stesso colore, giocando simultaneamente su tavoli diversi.

Florinda Cambria
(Presidente di Mechrí)

Giornata di studio

PER UNA FORMAZIONE TRANSDISCIPLINARE
(FINO A QUI)
Domenica 13/10/2019

a cura del Comitato scientifico di Mechrí

Mechrí inaugura le attività del 2019-2020 festeggiando con una intera giornata di studio il suo quinto anniversario. Il Comitato scientifico, insieme ad alcuni Soci che da anni partecipano ai lavori dell’Associazione, invita i vecchi e i nuovi iscritti a un confronto introduttivo sul tema della formazione transdisciplinare, che è la vocazione, il tratto caratteristico, il nodo sensibile della proposta culturale di Mechrí fin dal suo nascere.

La parola transdisciplinarità non si riferisce semplicemente all’accostamento di diversi saperi disciplinari, che permettano di trattare un medesimo tema – come si dice – in modo «interdisciplinare», cioè da punti di vista differenti. In un’ottica transdisciplinare sono quegli stessi punti di vista (ovvero le diverse discipline costituite e istituzionalizzate, ciascuna entro la propria tradizione conoscitiva) a essere anzitutto indagati nelle loro posture particolari, nella parzialità che costituisce ad un tempo il loro limite e la loro forza. Transdisciplinare è dunque quell’approccio al sapere che predispone le singole discipline a un reciproco attraversamento, a una reciproca messa in questione che consenta a ciascuna di rendere esplicite le proprie precondizioni operative inavvertite: ogni sapere ne ha, ma per lo più si limita ad usarle. La pratica della transdisciplinarità è anzitutto un esercizio di consapevolezza di quelle precondizioni, un modo per scuotere i confini e aprire varchi tra le discipline, avvistando l’orizzonte di un «sapere comune» che tutte le convoca nell’urgenza di quel «fare insieme» che è la vita di ogni conoscenza.

Relazioni di: Eleonora Buono, Florinda Cambria, Lorenzo Karagiannakos, Andrea Parravicini, Gabriele Pasqui, Carlo Sini.

Seminario di filosofia

I CONFINI DELL’ANIMA: MUSICA E COSMOLOGIA

a cura di Carlo Sini

Inizio corso: 26/10/2019

Due sentenze, di Eraclito e di Aristotele, aprono il cammino del Seminario: che i confini dell’anima sono infiniti, dice la prima; perché l’anima è in certo modo tutte le cose, suggerisce la seconda. Sulla scorta di questi due fuochi lontani, il percorso evoca una successione di stazioni luminose, richiamate dalla notte della memoria e dell’oblio. In questo percorso le nozioni di anima, universo, cosmo, musica e parola giocano una danza inaspettata quanto imprescindibile per la nostra attuale comprensione di uomini antichi e di moderni quali siamo.

Si comincia dalla apocalittica scena finale della Repubblica di Platone, dove il destino delle anime è scandito dal canto delle Parche, per retrocedere al grande cosmo pitagorico, cifra sempre attuale dell’Occidente e soglia dell’Oriente. Qui si dispiega la misteriosa cosmologia, e psicologia, indiana, nostra nascosta origine e destino. Quindi Giovanni Scoto Eriugena, Cusano, Bruno, Spinoza, per raccontare l’altra storia dell’Occidente, con le sue radici lontane (lo Pseudo-Dionigi Areopagita) ma tenaci e costanti. Una storia avversata e condannata nei secoli dei secoli (Davide di Dinant), ma sempre rinata, restaurata e rivissuta; per terminare infine con Schopenhauer e Nietzsche, i maledetti della musica e della (divina) materia.

Seminario delle arti dinamiche

CORPI MUSICI: LA CONOSCENZA CHE DANZA

a cura di Florinda Cambria

Inizio corso: 23/11/2019

Al fondo dell’azione artistica opera un potere, una forza compositiva che è in grado di tenere assieme piani dell’esperienza incommensurabili: il fluire della vita unica e indivisa, e lo scandirsi e interrompersi di quel flusso nella profilatura delle sue forme transeunti. Tale forza è la dynamis di ciò che a Mechrí chiamiamo «arti dinamiche»: azioni poietiche caratterizzate da una peculiare efficacia. Tale efficacia – questa la proposta da cui muoverà il Seminario – ha natura eminentemente musicale e ritmica. Il primo passo sarà dunque una ricognizione delle occasioni che, già nelle passate edizioni del Seminario, hanno suggerito e motivato la formulazione di tale proposta. Successivamente ci si interrogherà sui modi e sui luoghi in cui quella potenza musicale si manifesta, varcando le soglie della temporalità (la musica – si è soliti pensare – è un’arte temporale) per dilatarsi e mostrarsi in una dimensione che è eminentemente spaziale e materiale: corporea. In che senso e in che modo le arti dinamiche prendono corpo? Ma non sono forse già sempre «corpi» quelli che delle arti dinamiche, del loro poietico attuarsi, sono il supporto e la condizione di possibilità? E come si muove, come si anima un corpo, quando diviene un corpo musico, ingaggiato nella danza poliritmica del mondo che risuona fin nell’ultimo dei suoi arti, fin nel più oscuro dei suoi organi?

Figure guida in questa indagine saranno Antonin Artaud e René Daumal: due pensatori che fecero della loro stessa esistenza materia duttile alla costruzione di corpi musici, i loro e quelli venturi. «Quando recito una poesia – scrisse Artaud – non è per essere applaudito, ma per sentire corpi di uomini e di donne, dico corpi, tremare e volgersi all’unisono con il mio, volgersi […] all’anima, cioè alla materializzazione reale e corporea di un essere integrale di poesia». E Daumal (che ci accompagnerà in un percorso nella sapienza musicale indù): «Tutti i popoli primitivi hanno saputo mettere in opera la potenza irresistibile di certi abbinamenti di ritmi, di certe dissonanze. Talvolta, mediante dei semplici procedimenti, […] aumentano ulteriormente questo potere di oltrepassare e di dominare la cinestesia umana. La musica diviene così uno dei loro principali strumenti di stregoneria, di magia, o di comunione sociale».

Ogni sessione del Seminario prevederà un momento conclusivo di lettura e riflessione collettiva intorno ai materiali che verranno via via presentati.

Linguaggi in transito: Musica

«NOLI ALTUM SAPERE, SED TIME»:
L’ALTO E IL BASSO DI UN APPROCCIO ALLA MUSICA

a cura di Franco Pavan

Inizio corso: 19/10/2019

Nel corso del secolo XX una ristretta cerchia di studiosi e di musicisti, spinti da una ferma e feconda curiositas, cercarono di scalare gli abissi del nostro passato musicale. Lo riconobbero fecondo, e ne trassero tessere per ricomporre un’eredità culturale che si andò a configurare nella maggioranza dei casi nella qualità eccelsa di una repubblica delle lettere musicali, formando un fronte comune contro la barbarie dei nazionalismi. Nell’aspirazione, forte e sentita, di rinnovare con ritmi pacati ma serrati la restituzione dei beni musicali del passato, non pochi studiosi e musicisti si distinsero nello sfidare il precetto paolino evocato nel nostro titolo. Un ritmo contrario, convulso e centripeto, ha travolto nel corso degli ultimi quindici anni questa dialettica ormai secolare. All’affinarsi degli strumenti di ricerca in campo filologico e all’accesso sempre più semplice alle fonti, i musicisti hanno spesso risposto affidandosi alla caduta di Icaro, più che al suo sogno, in nome di una convergenza tra l’ego dell’esecutore e il transfert dell’ascoltatore con l’esecutore stesso. In questa sconfitta della curiositas e della repubblica delle lettere musicali i primi a soccombere sono i compositori e le loro opere. Nel corso dei nostri incontri cercheremo di conoscere le donne e gli uomini che hanno illuminato questo cammino, le loro pratiche, le aspirazioni e gli intendimenti, utilizzando sovente anche documenti inediti d’archivio. Porremo quindi queste acquisizioni in dialettica con la prassi attuale, sollevando domande e tracciando percorsi critici per possibili risposte.

A integrazione del ciclo di incontri, i partecipanti potranno assistere al concerto Il canto del Sud, a cura dell’Ensemble Laboratorio ’600, con Pino De Vittorio (voce) e Franco Pavan (tiorba e concertazione), che si terrà il 12 marzo 2020 presso FE | Fabbrica dell’Esperienza.

Linguaggi in transito: Psicologia

«E TU CHI SEI?»
VITA E CONOSCENZA IN PSICOLOGIA
E PSICOTERAPIA

a cura di Enrico Bassani

Inizio corso: 01/03/2020

Le storie di vita raccontate in prima persona, le autobiografie, cambiano. Ciò che racconto di me, la vita che racconto essere stata la mia vita, cambia con me. Di fase in fase, di momento in momento, di stato emotivo in stato emotivo. La storia che avrei raccontato di me dieci anni fa è molto diversa da quella che racconterei oggi, così come è diversa da quella che avrei raccontato in una qualsiasi altra fase della mia vita. Ogni volta una differente autobiografia, magari anche impercettibilmente differente, eppure differente.

Ma che cos’è che cambia da una narrazione all’altra? Il punto di vista? La «colorazione emotiva» di ciò che è avvenuto? L’interpretazione che do degli eventi che compongono la mia storia? La «selezione» dei ricordi? Oppure cambia «ciò che è realmente accaduto»? E che cos’è «ciò che è realmente accaduto»?

Partendo da questa domanda inizieremo un viaggio attraverso i grandi temi della Psicologia e della Psicoterapia, intrecciati con i quesiti attorno a cui, da sempre, la filosofia si interroga: che cosa è «reale», che cosa «oggettivo», che cosa «vero». Ma questi temi verranno declinati, nel percorso che svolgeremo, sulla singolarità ed irriducibilità di «quella vita lì e nessun’altra».

Vedremo, quindi, come la verità autobiografica sfugga all’abbraccio di qualsiasi disciplina specialistica nella misura in cui ogni disciplina «costruisce» il proprio oggetto (che in questo caso è «il soggetto»). La Psicologia Sperimentale traccia i confini del «soggetto sperimentale» (e di quello si occupa), le diverse «scuole» susseguitesi nella storia della Psicologia si occupano del «soggetto disciplinare» (ognuno il suo, prodotto da una specifica visione dell’uomo), il riduzionismo neuroscientifico del «soggetto anatomico», la Psicopatologia e la Psicoterapia del «soggetto clinico». Ma chi si occupa di «quella vita lì e nessun’altra»? E come è opportuno occuparsene?

Incontri

Gli Incontri sono un’attività ordinaria di Mechrí che propone un ciclo di appuntamenti con artisti, filosofi, scienziati e figure variamente impegnate nel lavoro della conoscenza e della formazione. Ogni appuntamento prevede un momento nel quale gli ospiti invitati presenteranno le prospettive e i temi della loro attuale ricerca, e un momento di dialogo con i Soci che sarà occasione di messa a punto e confronto con i percorsi formativi in atto a Mechrí.

Incontro con GIANLUCA CAPUANO
Domenica 20/10/2019

Membro del Comitato scientifico di Mechrí, il Maestro Gianluca Capuano si è laureato in Filosofia con Carlo Sini ed è autore del volume I segni della voce infinita. Musica e scrittura (Jaca Book, 2002). Diplomato in organo, direzione e composizione al Conservatorio di Milano, specializzatosi nel repertorio antico alla Scuola Civica della stessa città, svolge un’intensa attività come direttore, organista e continuista in Europa, Stati Uniti, Russia, Giappone. Nel 2006 ha fondato il gruppo strumentale e vocale di musica antica «Il canto di Orfeo». Specialista del repertorio barocco e classico, ha lavorato con i migliori cori e orchestre del settore. Ha diretto diverse produzioni per l’Edinburgh Festival, per il Festival di Salisburgo e per il Teatro alla Scala di Milano. Dal 2014 ha stretto una collaborazione artistica con Cecilia Bartoli, con cui tra l’altro coordina l’orchestra «Musiciens du Prince-Monaco», di cui è Direttore principale.

Incontro con FERNANDO ZALAMEA
Domenica 15/12/2019

Matematico e filosofo, intellettuale dalla cultura esemplarmente transdisciplinare, Fernando Zalamea insegna Matematica a Bogotà, nell’Università Nazionale della Colombia. Attraverso i suoi studi sulla logica e la matematica contemporanea (con particolare riferimento ad Alexander Grothendieck, di cui è tra i massimi conoscitori), ha elaborato la proposta di una «filosofia sintetica» capace di superare gli steccati posti dagli approcci analitici, scientisti e naturalistici, nonché la distinzione di principio fra scienze dello spirito e scienze della natura. Nel 2017 ha condotto a Mechrí il ciclo di incontri Linguaggi in transito: Matematica, sul tema Tecniche e idee della matematica contemporanea per lo sviluppo attuale della filosofia. L’Incontro sarà un’occasione preziosa per rimeditare e discutere alcune delle «mappe di pensiero» con cui il professor Zalamea ha introdotto nel nostro Laboratorio le teorie più avanzate della matematica contemporanea in quanto sapere ritmico e dinamico.

Incontro con MARIO BIAGINI,
AGNIESKA KAZIMIERSKA,
FELICITA MARCELLI
Sabato 25 e Domenica 26/01/2020

Allievo di Jerzy Grotowski negli anni della sua ricerca più matura nell’ambito dell’Arte come Veicolo, Mario Biagini è Direttore associato del Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards dove, dal 2007, guida il gruppo di Open Program. Formato da attori di diverse nazionalità e culture, il gruppo indaga l’intreccio fra l’aspetto più intimo del lavoro nell’ambito delle arti performative e la dimensione relazionale e di incontro che è una radice (spesso dimenticata) della pratica teatrale. Approfondendo il lavoro su canti della tradizione afro-americana e afro-ispanica, Open Program svolge il proprio lavoro tra Europa, America e Asia a contatto con comunità e individui non necessariamente appartenenti al mondo del teatro, spesso in contesti non convenzionali, superando barriere sociali, politiche e culturali. Già più volte ospite del nostro Laboratorio, Mario Biagini dialogherà con i Soci insieme ad Agnieska Kazimierska e a Felicita Marcelli, membri di Open Program fin dalla sua nascita. Canto, racconto e condivisione saranno i temi al centro dell’Incontro, che si strutturerà in due appuntamenti nella sede di Mechrí (riservati ai Soci), integrati da due serate (aperte al pubblico) presso FE | Fabbrica dell’Esperienza.

• Katie’s Tales
24 e 26/01/2020
Spettacolo di e con Agnieska Kazimierska, regia di Mario Biagini
(presso FE | Fabbrica dell’Esperienza)

• E il popolo canta
25/01/2020
Spettacolo-concerto di e con Felicita Marcelli, regia di Mario Biagini

• Dialogo con Mario Biagini
26/01/2020

Incontro con LORENZO BAZZOCCHI
e ELEONORA SEDIOLI (Masque Teatro)
Sabato 29/02/2020

Masque Teatro nasce nel 1992 a Forlì per iniziativa di Lorenzo Bazzocchi che guida oggi la compagnia insieme alla performer Eleonora Sedioli. La forza visionaria del loro linguaggio si esprime nel complesso dialogo tra il discorso filosofico, la creazione di prodigiose architetture teatrali e il fondamentale ruolo del corpo vivo nell’azione scenica. Gli spettacoli di Masque hanno dato luogo non solo a una originale cifra stilistica, ma anche a una nuova modalità produttiva e di relazione con il pubblico. La ricerca di Masque Teatro trova la sua ragion d’essere nella produzione di simulacri, eventi performativi dove materiale e virtuale si fondono per dar vita a originali creazioni. Sotto la direzione artistica di Lorenzo Bazzocchi, dal 1994 Masque ha ideato e tutt’oggi promuove e organizza il Festival Crisalide.

L’Incontro con i Soci di Mechrí sarà anche occasione per riflettere sui risvolti delle ricerche di Masque intorno al pensiero di Aby Warburg e, in particolare, sulla dimensione ritmica della conoscenza che egli vide esemplificata nel «rituale del serpente» praticato da alcune comunità indiane del New Mexico.

La più recente produzione di Masque si chiama KIVA: il nome della stanza segreta dove si svolgeva il rito di iniziazione. Lo spettacolo sarà presentato a Milano il 26 febbraio presso Teatro i (via G. Ferrari 11) alle ore 21.00, e seguito da una conferenza pubblica di Florinda Cambria e Carlo Sini. La serata potrebbe costituire, per i Soci che lo desiderino, una significativa preparazione in vista dell’appuntamento a Mechrí.

Colloqui

Nel quadro delle attività ordinarie di Mechrí, si inaugurano quest’anno i Colloqui: un ciclo di appuntamenti nato dalla collaborazione tra i membri del Comitato scientifico e alcuni Soci che da anni partecipano assiduamente alle ricerche in corso presso il nostro Laboratorio. Sulla base dei percorsi formativi svolti negli anni passati, i promotori dei Colloqui hanno individuato alcuni temi di particolare rilievo per i loro studi personali, intrecciando un dialogo del quale condivideranno gli sviluppi con i Soci che vorranno esserne messi a parte. I Colloqui sono insomma un nuovo esperimento di pensiero collettivo, che si misura con alcune tra le proposte concettuali e operative formulate fino a qui nei Seminari e nei cicli di incontri di Mechrí: un modo per praticare quella formazione permanente che l’Associazione promuove, giovandosi anche della mole di documenti e materiali di studio messi a disposizione dei Soci nell’Archivio. In preparazione di ciascun Colloquio i Soci riceveranno spunti introduttivi agli argomenti di discussione. Tutti potranno così prendere parte attiva ai Colloqui interagendo con i coordinatori.

PRIMA E DOPO LA LEGGE
Sabato 09/11/2019, Sabato 30/11/2019

Con Valentina Cappelletti, Riccardo Conte, Carlo Sini

L’EVOLUZIONE E IL VORTICE DELL’UMANO
Domenica 19/01/2020, Sabato 22/02/2020

Con Florinda Cambria, Andrea Parravicini, Enrico Redaelli

FARE AD ARTE:
ESSERE E DOVER ESSERE
FRA ETICA, POLITICA, ECONOMIA

Domenica 08/03/2020, Sabato 28/03/2020

Con Eleonora Buono, Florinda Cambria, Enrico Redaelli

Lemmario bio-filosofico: ‘Forma’

La costruzione di un “Lemmario bio-filosofico” ha preso avvio a Mechrí fin dal suo primo anno di attività. Due lemmi (‘Metodo’ e ‘Individuo’) furono allora posti a tema, nel tentativo di mappare la rosa di sensi che essi assumono nel linguaggio tecnico dell’attuale scienza biologica e nella prospettiva complessa di una genealogia filosofica. Gli esiti di quel primo esercizio confluirono nel volume AA.VV, Vita, conoscenza, Jaca Book, Milano 2018, nella sezione intitolata “Materiali per un Lemmario bio-filosofico”. 

Quest’anno il lemma prescelto è ‘Forma’, un termine la cui vicenda semantica ha attraversato nei millenni i linguaggi della filosofia e della biologia, ma anche delle arti, delle tecniche, delle geometrie, della psicologia ecc. Erede di una sterminata catena di discorsi, l’uso che oggi facciamo della parola ‘Forma’, ciascuno preso nella rete gergale delle proprie competenze disciplinari, è spesso ignaro e riduttivo. La chiarificazione dei molteplici fuochi prospettici che risuonano nella parola ‘Forma’ e ne animano il senso, non ha l’aspirazione di pervenire a un illusorio esperanto, ma di favorire un esercizio di consapevolezza che ricongiunga l’uso alla comprensione. Tutti i Soci sono invitati a partecipare all’esercizio, che è un ulteriore esperimento per il nostro Laboratorio transdisciplinare.

Lemmario bio-filosofico: ‘Forma’

La costruzione di un “Lemmario bio-filosofico” ha preso avvio a Mechrí fin dal suo primo anno di attività. Due lemmi (‘Metodo’ e ‘Individuo’) furono allora posti a tema, nel tentativo di mappare la rosa di sensi che essi assumono nel linguaggio tecnico dell’attuale scienza biologica e nella prospettiva complessa di una genealogia filosofica. Gli esiti di quel primo esercizio confluirono nel volume AA.VV, Vita, conoscenza, Jaca Book, Milano 2018, nella sezione intitolata “Materiali per un Lemmario bio-filosofico”. 

Quest’anno il lemma prescelto è ‘Forma’, un termine la cui vicenda semantica ha attraversato nei millenni i linguaggi della filosofia e della biologia, ma anche delle arti, delle tecniche, delle geometrie, della psicologia ecc. Erede di una sterminata catena di discorsi, l’uso che oggi facciamo della parola ‘Forma’, ciascuno preso nella rete gergale delle proprie competenze disciplinari, è spesso ignaro e riduttivo. La chiarificazione dei molteplici fuochi prospettici che risuonano nella parola ‘Forma’ e ne animano il senso, non ha l’aspirazione di pervenire a un illusorio esperanto, ma di favorire un esercizio di consapevolezza che ricongiunga l’uso alla comprensione. Tutti i Soci sono invitati a partecipare all’esercizio, che è un ulteriore esperimento per il nostro Laboratorio transdisciplinare.