Programma

Esordio
a cura del Comitato scientifico di Mechrì
Intrecci
a cura di Rossella Fabbrichesi, Andrea Parravicini, Carlo Sini
Ricanti
a cura di Tommaso Di Dio, con la partecipazione di Florinda Cambria
Seminario di filosofia e arti del sapere dinamico
a cura di Carlo Sini e Florinda Cambria
Linguaggi in transito: Antropologia culturale
a cura di Francesco Remotti
Letture del mercoledì
a cura del Comitato scientifico di Mechrì
Curatori e collaboratori 2023 /2024

Scarica il programma completo in formato PDF

Esordio

COSTRUIRE SPAZI DI UMANITÀ: DAL PROGETTO ALL’HABITUS
a cura del Comitato scientifico di Mechrí

14 ottobre 2023, ore 15.00-18.30

Sessione d’apertura, a conduzione collettiva, con funzione di raccordo tra gli approdi dei percorsi svolti fino a qui (in particolare nello scorso anno sociale, dedicato al tema «Costruire, progettare, architettare») e gli slanci che ci inducono oggi a riflettere sull’«abitare» come pratica di costituzione dell’umano, soglia di metamorfici sconfinamenti. Anche alla luce dei materiali raccolti nel nostro Archivio on line, le voci del Comitato scientifico proporranno, con angolature diverse e approccio transdisciplinare, chiavi di lettura che consentano a tutti i Soci – soprattutto a coloro che per la prima volta si introducono ai lavori dell’Associazione – di cogliere i nodi cruciali da cui muoveranno i percorsi formativi del nuovo anno e di familiarizzarsi con lo stile di pensiero proposto e praticato da Mechrí.

Intrecci

IL POTERE DEL SAPERE
a cura di Rossella Fabbrichesi, Andrea Parravicini, Carlo Sini

21 ottobre 2023, ore 15.00-18.30

«Intrecci» è il titolo di una rubrica attiva sul canale Youtube di Mechrí. Gli «Intrecci» documentano, mediante videoregistrazioni, il confronto dialogico fra temi e figure che, emersi durante i seminari del passato, si dipanano in prospettive rinnovate e si sviluppano in trame imprevedibili. Di volta in volta, membri del Comitato scientifico, all’occorrenza insieme a ospiti e collaboratori esterni, sono chiamati a lavorare su alcuni punti del cammino già svolto, aprendo nuovi scorci, sostando su alcune aree prima in ombra e inaugurando così nuove piste di indagine.
Il primo degli «Intrecci» programmati per il 2023-2024 si svolgerà in sede, con modalità mista e la diretta partecipazione dei Soci (d’abitudine i video vengono invece realizzati a distanza e costituiscono materiale divulgativo, non strettamente rivolto ai Soci). Ciò deriva dalla peculiarità del tema in oggetto, Il potere del sapere, che riprende il Germoglio dal titolo Potentia intelligendi e potentia agendi (da Spinoza a Peirce, da Peirce a Sini) firmato da Rossella Fabbrichesi in conclusione del Seminario di filosofia 2022-2023 (materiali reperibili nell’Archivio on line). Il dialogo con Carlo Sini e Andrea Parravicini consentirà di mettere a fuoco gli esiti di quel Seminario e di introdurne gli sviluppi nel nuovo Seminario di filosofia e arti del sapere dinamico.

Ricanti

PRIMA DELL’ARCHITETTURA E L’ARCHITETTURA PRIMA
a cura di Tommaso Di Dio, con la partecipazione di Florinda Cambria

4 novembre 2023, ore 15.00-18.30

Il Seminario delle arti dinamiche dal titolo Architetture archivi arche, condotto del 2022-2023 (audio e materiali disponibili nell’Archivio on line), si è affacciato alla soglia di alcuni snodi problematici del fare architettonico, come il rapporto fra mondo della natura e mondo della città o quello fra costruire e rammemorare o ancora fra architettura e voce. Nel «Ricanto» si svolgerà una ripresa critica di alcuni passi significativi del percorso svolto (anche alla luce dei preziosi Germogli condivisi dai Soci e pure reperibili nell’Archivio on line) e si proverà ad approdare all’immagine di una preistoria dell’architettura, a una paradossale storia del suo prototipo: la capanna.

Seminario di filosofia e arti del sapere dinamico

TRASFIGURAZIONI.
LA POTENZA DEL MONDO E L’IRRAFFIGURABILE NELLE FIGURE
a cura di Carlo Sini e Florinda Cambria

Inizio corso: 11/11/2023, ore 15.00-18.30

Nel tempo del tramonto e del concludersi del grande orizzonte della costruzione di verità assolute, un percorso alternativo in luoghi simbolici, tableaux vivants, figure cosmiche, occasioni del destino; «stanze» di un prender corpo in cui soglia, limite e confine segnano il transito della condizione umana, il suo aver luogo e farsi spazio come cura del suo attraversamento inarrestabile. Bisogno e desiderio vi si espongono ogni volta nella costitutiva differenza dell’aperto, ovvero nel suo paradossale riparo.
Il seminario proporrà un cammino inframezzato da memorie e ricostruzioni razionali entro i luoghi della accensione della cosiddetta «natura umana» e del paradosso della «conoscenza». Kant l’aveva intuito, la filosofia non è scienza, ma pratica del molteplice sullo sfondo irriducibile dell’uno, presupposto ogni volta nella sua articolazione pratica: due facce della medesima soglia. Esse aprono la via al destino politico dell’habitus umano presente e futuro: non alla politica come professione, ma a una «grande politica» (come direbbe Nietzsche), in cui l’umano e la sua «natura» abitano, transitano e sconfinano per dare corpo e casa al simultaneo dimorare e venir meno della vita della verità.
Le sessioni del seminario saranno integrate da «dimostrazioni di lavoro» in cui i curatori condivideranno con i partecipanti il processo di elaborazione e fruizione dei tableaux e delle stanze presentate durante le sessioni.

Linguaggi in transito: Antropologia culturale

CULTURE UMANE: CRISI DEI LUOGHI E TENSIONE TRA STARE E SCONFINARE
a cura di Francesco Remotti

Inizio corso: 13/01/2024, ore 15.00-18.30

È tutt’altro che sbagliato sottolineare il nesso tra abitare, abiti, abitudini, tra colere e cultura, ma sarebbe eccessivo ritenere che «nell’abitare risiede l’essere dell’uomo» (Martin Heidegger). A Raymond Firth gli isolani di Tikopia (Polinesia occidentale) obiettavano con forza «l’uomo non è mica un sasso!» ed è caratteristico degli Aborigeni australiani pensare che gli antenati dell’umanità fossero di due tipi: coloro che amavano stare, insediarsi, abitare e coloro che invece preferivano andare, vagabondare. Umani sono gli uni e gli altri. Questa tensione tra stare e sconfinare verrà presa in esame per quanto riguarda i modi dell’abitare (foreste, deserti, villaggi, città), i luoghi del potere (le capitali mobili dei regni africani), i viaggi verso l’alterità (l’anello kula del Pacifico sud-occidentale), la ricerca prolungata e indefinita della «terra senza male».

Letture del mercoledì

ABITARE LA TERRA, NON SULLA TERRA
a cura di Manuela Monti e Carlo Alberto Redi

15 e 22 novembre 2023, ore 18.00-20.00

Decadi e decadi di crescita della popolazione e di consumo esponenziale delle risorse hanno grandemente danneggiato la biosfera. Il pianeta è soffocato dalla plastica, gli allevamenti intensivi inquinano, le foreste scompaiono, i ghiacciai si sciolgono, gli oceani e le barriere coralline muoiono. L’attuale catastrofe ambientale costituisce la più grande minaccia alla sopravvivenza della nostra specie poiché causa emergenze sanitarie, pandemie, insicurezza alimentare, disuguaglianze sociali e crisi energetiche di dimensioni planetarie. L’obiettivo della Lettura, dedicata al volume di Manuela Monti e Carlo Alberto Redi dal titolo S.O.S Pianeta (Carocci, in corso di stampa), è offrire qualche strumento per tramutare queste problematiche in occasione di coscienza e tornare a desiderare, immaginare, un cambiamento salvifico che leghi le scelte personali a un destino universale, la sorte del singolo a quella di tutti e l’interesse immediato a una prospettiva futura.

IL CONFINE TRA NATURA E CULTURA.
LÉVI-STRAUSS E LE STRUTTURE ELEMENTARI DELLA PARENTELA
a cura di Enrico Redaelli

13 dicembre 2023, ore 18.00-20.00

Perché il capolavoro di Claude Lévi-Strauss, Le strutture elementari della parentela, ha destato e continua a destare ancora oggi dibattiti e infinite discussioni? Si tratta dell’opera che ha reso Lévi-Strauss uno dei più grandi antropologi contemporanei, che ha dato il via allo strutturalismo culturale, che ha lanciato la nozione di Simbolico, che ha suscitato le critiche di autrici e autori del movimento femminista, che ha innescato una rivoluzione nell’ambito dell’antropologia e non solo. È il testo in cui il confine tra natura e cultura è esibito come un paradosso, come un continuo, strutturale, sconfinamento. Ed è proprio questo paradossale confine – mostra l’autore – a istituire la legge simbolica, ovvero le regole della convivenza civile e dell’abitare (una casa, un villaggio, una comunità). Dunque, qualcosa di paradossale abita da sempre ogni abito, ogni abitante, ogni abitazione.

CRONOTOPI NELLA NARRATIVA DI ITALO CALVINO
a cura di Gianfranco Gavianu

31 gennaio e 7 febbraio 2024, ore 18.00-20.00

Calvino è un autore che ha dimostrato sempre un’acutissima attenzione e una limpida consapevolezza verso le forme della costruzione narrativa non solo sul piano strettamente letterario ma anche sul piano scientifico-filosofico, assumendo una postura transdisciplinare profondamente in risonanza con le istanze teoretiche che sottendono Mechrí. Spazio e tempo da sempre costituiscono per l’uomo due categorie intrascendibili sia nella rappresentazione quotidiana della «realtà» sia nella costruzione narrativa. Un tratto specifico della ricerca scientifica così come della riflessione teoretica novecentesca è il postulato della intima interconnessione tra tali categorie fondative dell’esperire. La domanda a cui in queste letture si cercherà di dare un’ipotesi provvisoria di risposta si incentra sulle modalità con cui la categoria spazio-tempo ha strutturato l’arco della narrativa di Calvino, sia nella rappresentazione del reale sia nella generazione del racconto. Pur tenendo conto della multiforme varietà della produzione saggistica e narrativa calviniana, l’epicentro delle letture sarà costituito dai romanzi che, a partire dagli esordi, rappresentano le svolte più significative dell’autore ligure: Il sentiero dei nidi di ragno (1947), Le Cosmicomiche (1965), Il barone rampante (1952), Le città invisibili (1972), Il castello dei destini incrociati (1973), Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979), Palomar (1983). La lettura verrà condotta attraverso l’analisi di alcuni passi esemplari delle opere citate.

ANTON MARTY: SULLO SPAZIO
a cura di Gianluca Capuano

14 e 21 febbraio 2024, ore 18.00-20.00

Anton Marty (1847-1914), filosofo svizzero, allievo di Franz Brentano, insegnò dal 1880 alla morte presso l’Università tedesca di Praga. Marty, al contrario di Husserl – anch’egli allievo di Brentano – rimane fedele alla psicologia descrittiva del maestro elaborando, a partire da essa, una originale teoria del linguaggio. Nella sua ultima opera Raum und Zeit, pubblicata postuma (1916), Marty percorre i momenti salienti della tradizione filosofica moderna sul tema dello spazio (Leibniz, Berkeley, Kant) e formula una teoria della «non realtà» di spazio e tempo che testimonia la intatta attualità – a 130 anni dalla prima Critica kantiana – di un tema classico della filosofia. 

CASA. MONDO.
IDEE DELL’ABITARE IN HEIDEGGER E BOURDIEU
a cura di Gabriele Pasqui

6 e 13 marzo 2024, ore 18.00-20.00

Cosa significa abitare? La lettura, articolata in due sessioni, interroga l’abitare a partire da due testi. Il primo, molto noto, è una conferenza tenuta nel 1951 da Martin Heidegger dal titolo Costruire, abitare, pensare. Il secondo è uno studio etnografico realizzato da Pierre Bourdieu tra il 1963 e il 1964 nell’ambito dei suoi studi di etnografia cabila. I due testi propongono atteggiamenti diversi nei confronti dell’abitare e del suo rapporto con le pratiche di vita e di pensiero, permettendo una riflessione sul senso dell’abitare nella condizione contemporanea.
Riferimenti bibliografici: M. Heidegger, Costruire, abitare, pensare, trad. it. in Saggi e discorsi, Mursia; P. Bordieu, La casa o il mondo rovesciato, da Tre studi di etnologia cabila, trad. it. in Per una teoria della pratica. Con tre studi di etnologia cabila, Cortina.

LUOGHI E CONFINI DELLA LIBERTÀ DI RELIGIONE NELLA GIURISPRUDENZA DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO
a cura di Riccardo Conte

3 e 10 aprile 2024, ore 18.00-20.00

La dimensione religiosa rappresenta uno degli aspetti più rilevanti della vita delle persone nel mondo, del loro modo di abitarlo. L’art. 9 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (che è legge della Repubblica italiana), disposto, nel 1° comma, che «Ogni persona ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione» e precisato in che cosa si estrinsechi tale libertà, indica, nel 2° comma, quali limiti tale libertà incontra. Mediante il richiamo diretto a documenti e sentenze, il coordinatore degli incontri si propone di offrire un panorama di quali questioni, relative alle violazioni di questa libertà da parte degli Stati aderenti alla Convenzione, sono state portate all’esame della Corte europea dei diritti dell’uomo e quali principi essa abbia affermato.

HABITUS: IL CARATTERE DELL’UMANO
a cura di Eleonora Buono

17 e 24 aprile 2024, ore 18.00-20.00

È una cosa comune per ognuno di noi pensare che, per comprendere al meglio chi sia la persona che ci troviamo di fronte, occorra capire quale sia il suo carattere. Il concetto di carattere è dunque dotato di un’importanza antropologica non irrilevante per noi abitanti degli spazi pubblici e privati, in quanto viene sovente utilizzato come una griglia interpretativa per giudicare gli esseri umani, gli altri così come noi stessi. Eppure, nonostante vi facciamo ricorso tanto spesso, non risulta affatto chiaro che cosa sia il carattere di un individuo. Si tratta di una determinazione innata, di un’influenza raccolta nell’interazione con gli altri, di una tendenza comportamentale, o altro ancora? È l’individuo, con il suo personale carattere, ad abitare lo spazio pubblico, o è al contrario quest’ultimo a sconfinare nel soggetto? Il percorso prenderà le mosse dall’Inghilterra vittoriana, un’epoca storica in cui l’idea di carattere era una vera e propria ossessione. Attraverso la lettura di alcuni passaggi cruciali di David Copperfield, Jane Eyre e altri romanzi dell’epoca, si cercherà di comprendere la portata antropologica di questo concetto, e quali siano le sue conseguenze sull’immagine dell’individuo che ancora ci accompagna.

Curatori e collaboratori 2023/2024

Eleonora Buono
Ricercatrice, Università di Losanna – Socia di Mechrí

Florinda Cambria
Docente di Filosofia del presente e Filosofia della storia, Università degli Studi dell’Insubria – Presidente di Mechrí

Gianluca Capuano
Direttore d’orchestra – Comitato scientifico di Mechrí

Riccardo Conte
Giurista – Comitato scientifico di Mechrí

Tommaso Di Dio
Poeta e scrittore – Comitato scientifico di Mechrí

Rossella Fabbrichesi
Docente di Filosofia teoretica e di Filosofia delle pratiche, Università degli Studi di Milano – Comitato scientifico di Mechrí

Gianfranco Gavianu
Insegnante in Scuola secondaria di secondo grado – Socio di Mechrí

Manuela Monti
Docente di Istologia e Embriologia, Università degli Studi di Pavia – Comitato scientifico di Mechrí

Andrea Parravicini
Ricercatore presso il Dipartimento di Filosofia, Università degli Studi di Milano – Comitato scientifico di Mechrí

Gabriele Pasqui
Docente di Politiche urbane, Politecnico di Milano – Comitato scientifico di Mechrí

Enrico Redaelli
Docente di Etica e filosofia della persona, Università degli Studi di Verona – Comitato scientifico di Mechrí

Carlo Alberto Redi
Docente di Zoologia e Biologia dello sviluppo, Università di Pavia – Socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei – Comitato scientifico di Mechrí

Francesco Remotti
Professore emerito di Antropologia culturale, Università degli Studi di Torino – Socio dell’Accademia delle Scienze di Torino – Socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei

Carlo Sini
Socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei – Direttore scientifico di Mechrí